Io sono una lampada ch'arda | soave! | La lampada, forse, che guarda, | pendendo alla fumida trave | la veglia che fila; || e ascolta novelle e ragioni | da bocche | celate nell'ombra, ai cantoni, | da dietro le soffici ròcche | che albeggiano in fila: (Giovanni Pascoli)
lunedì 14 marzo 2011
Tajabone
Era una giornata piovosa e Pierre non aveva proprio voglia di studiare. Dalla finestra il grigio scuro del cielo gli faceva immaginare di viaggiare per altri posti, magari per quell'Africa che da anni sognava di vedere. La musica, composta da armoniche e violini gli era degna compagna.
Avete mai la sensazione che, qualunque cosa facciate o non facciate, state perdendo tempo? Sentite mai, dentro di voi, il peso di aspettare un destino che non arriva? Ma non vorreste, anche voi, eliminare i tempi morti dalle vostre vite?Vivere tutto d'un fiato?.
Questo avrebbe voluto chiedere a tutte quelle persone che , rinchiuse in esistenze più grige del cielo, sfilavano davanti alla finestra. Certo essere a Dublino, rinchiuso in questa scena, lo faceva sentire dentro il libro di Joyce; ma le domande restavano sempre, oggi qui, ieri a londra, fra una settimana al ritorno in Italia. Più girava il mondo e più gli sembrava stretto.
Nella finestra comparve il volt del vecchio Aly, che era scomparso mesi prima.
Dovunque andrai -disse Aly- questa sensazione sarà sempre li con te, sempre pronta a presentarsi appena ti fermi. Devi afforntare i tuoi fantasmi, le tue mancanze, le tue nostalgie..i tuoi demoni.
Il volto scomparve subito,ma le parole restarono. Pierre, scoppiò in un pianto profondo, che veniva da dentro, da dove lo aveva seppellito anni fa.
Steso sul letto mentre piangeva, ripensò a lei che tanti anni fa se ne andò, lasciandolo, abbandonandolo difronte ad una vita che si stava facendo feroce. Ripercorse la lunga ricerca che negli anni ha fatto per ritrovarla dentro a tutte le ragazze che aveva incontrato, ma nessuna era lei, nessuna.
Nella vita di ogni uomo esiste una donna ed una storia, di cui non importa la lunghezza, che lo segnano talmente tanto da portarlo all'inquietudine di ricercarla in ogni altra; oppure da portarlo all'altare. Pierre stava vagando nell'oblio dell'inquietudine silenziosa.
Questo feroce mondo, avaro di sentimenti, spietato nelle sue sentenze, non aveva voluto far mancare la sua voce. Il fardello di sofferenze emotive lo aveva anestetizzato tanto da non fargli sentire più niente, solo odio.
Ma se l'odio, comunque, è una forma di sentimento è da qui che doveva ricominciare la rinascita, dal capire che i sentimenti sono la via per vivere, e non esistere solamente.
Ripensò a quella parola che gli aveva insegnato Aly, Tajabone che per i musulmani è una festa alla fine del Ramadan in cui il digiuno lascia il posto alla festa, perchè è alla fine di un periodo di digiuno che, attraverso le sofferenze della fame si arriva migliori e purificati delle sofferenze.
Ecco Pierre oggi stà digiunando, sicuro che il suo Tajabone è molto vicino.
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Mi sono innamorato di lei la prima volta che l'ho vista, dopo 6 anni ci siamo baciati per la prima volta, dopo una serata di sangrie, danze, e risa. Sulle note di questa canzone. Il primo bacio ce lo siamo dati quando "la luna altre stelle pregava, che l'alba imperiosa cacciava". In quel bacio, ho provato qualcosa che è indescrivibile, formicolio in tutto il corpo, ed una sensazione, che probabilmente ho provato solo quando ero in pancia di mia madre. Sarei potuto morire in quel bacio.
Abbiamo fatto l'amore che nuovamente era quasi alba. Come se il nostro amore volesse nascondersi tra le stelle, e scaldarsi con il sole. Fare l'amore con lei è stato qualcosa di meraviglioso, vederla muovere, gemere, ridere, e provare piacere. Sono state settimane fantastiche, chiusi nel nostro castello. Poi una sera quando, come anche per il libro piu strano, decisi di dare un nome al formicolio, decisi di chiamare la parola: Amore ciò che avevo provato nei 6 anni precedenti, e che era diventato gigantesco in quel mese. Tu spaventata sei scappata" ed al profumo dei fossi lui invano aspettò di vederla arrivar scendeva ormai il buio e trovava soltanto la rabbia e il silenzio di sera la luna altre stelle pregava che l'alba imperiosa cacciava restava l'angoscia soltanto e il feroce rimpianto per non vederla ritornar "