Io sono una lampada ch'arda | soave! | La lampada, forse, che guarda, | pendendo alla fumida trave | la veglia che fila; || e ascolta novelle e ragioni | da bocche | celate nell'ombra, ai cantoni, | da dietro le soffici ròcche | che albeggiano in fila: (Giovanni Pascoli)
mercoledì 25 luglio 2012
Il sole dei trenta
Mi alzai che era quasi l'alba. Era il mio compleanno. Decisi di regalarmi il sorgere del sole sul mare. Scesi giù le scale e mi incamminai verso la spiaggia. Decisi di incamminarmi per il Poble sec e le sue strade in salita. Strette, scure e popolari. Man mano che aumentava la pendenza il paesaggio intorno a me diventava sempre più panoramico. Fino alla terrazza Mira Mar da dove si può osservare tutta Barcellona. La città ed il mare come promessi sposi che si toccano di sfuggita. Poi giù per il giardino pieno di fontane. A quest'ora è popolato solo dai gatti che danno la caccia ai piccioni. Scesi gli scalini immersi nel verde,mentre Barcellona rimaneva un quadro sullo sfondo. Giunsi fino al porto. Da qui, accompagnato dalle vele delle barche ormeggiate, arrivai fino alla barceloneta. In fondo ad essa c'è una struttura in cemento che porta in mezzo al mare. Mi sedetti sul suo bordo, come ci si siede davanti all'infinito. Mi misi a contemplare quello spettacolo infinito. Erano passati trent'anni da quando ero stato messo al mondo. Non so quanto preparato a vivere, ma c'ero. Erano stati anni di passioni, di sconfitte, di sofferenze e di gioie improvvise. Ripensai alle trasferte al seguito della Pistoiese, come i lunghi viaggi ovunque fosse una manifestazione. Oramai il mio atteggiamento era molto più cinico, distaccato se volete. Non credevo più a niente, se non a quello che vedevo. Ma tutto quello rimaneva una parte di me. Di quel periodo in cui si crede in una speranza, con una fede quasi religiosa. Ma erano stati anche trent'anni all'insegna delle donne, del vino e della cucina. Le donne di casa mia: mia nonna, mia zia, mia sorella e mia mamma. E quello che ho amato e conosciuto lungo tutto questo cammino. Ognuna accompagnata da un vino ed un piatto con il quale le ricordo. Cucinavo spesso, è sempre stata per me un forma espressiva. Tutti questi ricordi mi invadevano la mente, la popolavano. Apparivano e sparivano. Ci sono state tante cose che avrei fatto diversamente, pensai tra me e me, ma alla fine negli errori e nei successi non cambierei una virgola di tutto ciò che è stato sin oggi. Ero diventato più disincantato. Disilluso.Mi rimaneva solo il mare come segno di identità. Mi pareva l'unica cosa in cui credere. Eterna ed immensa. Oramai era l'alba. Buono per un altra giornata, un'altra cena, Avrei preparato il Pulpo alla gallega e la torta si Santiago. Sorgeva il sole dei trenta.
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