Io sono una lampada ch'arda | soave! | La lampada, forse, che guarda, | pendendo alla fumida trave | la veglia che fila; || e ascolta novelle e ragioni | da bocche | celate nell'ombra, ai cantoni, | da dietro le soffici ròcche | che albeggiano in fila: (Giovanni Pascoli)
domenica 24 febbraio 2013
Il bacio
Quella sera decisero di nascondersi sul lungo mare. Arrivarono che le luci delle navi tracciava con la luna la rotta delle nostre malinconie. Tutto ciò che avevano perso e mancato nelle loro vite era li davanti. Come a ricordar loro che la vita è quell'attimo sottinteso tra le nostre indecisioni e le nostre pulsioni. Sentiva di doverle dire che l'amava. L'amava non nel senso assoluto, ma in quello più profondo. Un qualcosa che muore ogni notte, e risorge ogni mattino più forte. Qualcosa che vive in eterno nell'equilibrio delle nostre vite. Una decisone quotidiana. Sentiva, però, anche l'incedere dei suoi errori, delle sue parole, delle sue azioni. Ma in fondo a tutto,e ra questo amarla, l'impegno ad essere un uomo con lei e per lei. Ma i pensieri svanirono nel momento in cui le loro labbra si sfiorarono, nasceva la nuova luna. La loro luna.
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