Pierre pensò al mare. Ma non al mare in generale. Pensò al Mediterraneo sua fonte di vita, non lo pensò negli appiccicosi pomeriggi estivi, ma nelle solitarie passeggiate invernali lungo i porti del Sud Europa. Da Livorno a Marsiglia, Barcellona e poi le coste del Nord Africa. Identità profonda e marcata, questo era il Mediterraneo. Il mare dei poeti, dei malinconici, quaderno dei pensieri più profondi, della poesia. Il mare di chi fugge e di chi arriva. Viverci lontano significava combattere ogni giorno con la nostalgia di se stessi, delle passeggiate sulla spiaggia. Del tramonto sul molo. Della pioggia, e delle onde grigie ed alte guidate dal vento. Le navi la notte illuminano l'oscurità come stelle comete che delineano l'orizzonte. Questo era per lui il Mediterraneo, e questo era ciò che non aveva, ma di cui sentiva il bisogno. I lunghi silenzi, le confessioni e l'amore profondo per quell'ultimo simbolo in un epoca di falsi miti.
Erano le 5:00, si versò un altro sorso di Calvados, accese la canna rimasta sospesa nel portacenere e si stese sul terrazzo a guardare le stelle. Ma le stelle non sono tutte uguali, a seconda della parte di mondo in cui le vedi cambiano. Quelle non erano le stelle di Tarragona, erano stelle cittadine, stelle bugiarde.
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