sabato 9 febbraio 2013

Ode

Pierre pensò al mare. Ma non al mare in generale. Pensò al Mediterraneo sua fonte di vita, non lo pensò negli appiccicosi pomeriggi estivi, ma nelle solitarie passeggiate invernali lungo i porti del Sud Europa. Da Livorno a Marsiglia, Barcellona e poi le coste del Nord Africa. Identità profonda e marcata, questo era il Mediterraneo. Il mare dei poeti, dei malinconici, quaderno dei pensieri più profondi, della poesia. Il mare di chi fugge e di chi arriva. Viverci lontano significava combattere ogni giorno con la nostalgia di se stessi, delle passeggiate sulla spiaggia. Del tramonto sul molo. Della pioggia, e delle onde grigie ed alte guidate dal vento. Le navi la notte illuminano l'oscurità come stelle comete che delineano l'orizzonte. Questo era per lui il Mediterraneo, e questo era ciò che non aveva, ma di cui sentiva il bisogno. I lunghi silenzi, le confessioni e l'amore profondo per quell'ultimo simbolo in un epoca di falsi miti.
Erano le 5:00, si versò un altro sorso di Calvados, accese la canna rimasta sospesa nel portacenere e si stese sul terrazzo a guardare le stelle. Ma le stelle non sono tutte uguali, a seconda della parte di mondo in cui le vedi cambiano. Quelle non erano le stelle di Tarragona, erano stelle cittadine, stelle bugiarde.

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