giovedì 17 giugno 2010

Nuvole sparse

Decisi di alzarmi dal letto, ma solo per vedere come la pioggia accarezza la città. Maledizione!
Succedeva sempre più spesso e non sarebbe bastato un libro per descrivere quello che si prova, e soprattutto non ne ero capace nemmeno io.
Posso sentire nostalgia, ma non sapere per cosa?
Quella sensazione di incompiutezza, di mancanza, sembrava un taglio fatto in profondità; sentivo la necessità di qualcosa che va oltre ogni oggetto materiale.
Il bisogno di perdermi nel cielo si faceva sempre più forte; e poi quella maledetta visuale sembrava comunicarmi un senso di lontananza, sarei forse dovuto andare lontano a cercare quello che sentivo? Ma dove?
Sentendo gli odori portati dal vento, vedevo immagini nella mia mente, che mi portavano ad anni addietro, quando provavo la stessa sensazione. Sentivo lo stesso vuoto, provavo questa immensa sensazione di ricerca nascosta in fondo alla mia anima, quando pioveva a Giugno ed io imprigionato in una stupida scuola sarei voluto scappare alla ricerca. Ma di cosa?
Ancora questo mio viaggio sembra non vedere la terra, abbiamo imparato a navigare di vela, ma se non riesci a capire dove devi andare sei solo un prigioniero di questo eterno vagare che è il mare.

Ehi!

Ciao,Viola!

Aprendo la porta della stanza aveva interrotto quel mio pensiero. La guardavo in tutta la sua bellezza, in tutta la sua semplicità. I suoi occhi mi regalavano la pace.

Come mai mi guardi così?-mi disse-

Prima di risponderle la guardai intensamente, e come in un film mi passò davanti agli occhi il sogno di una vita insieme, il desiderio di costruire qualcosa di unico: l'Amore.

Ho preso una decisione-le risposi- riprendo il mio cammino, la strada da fare è ancora lunga. Vorrei restare con te, qui, per il resto dei miei giorni. Ma è la mia vita che mi chiama, devo seguirla, questa voce dentro che mi chiede di seguire il mio cammino, è il motivo per cui vivo. Mi spiace, Viola. Non seguirò niente di materiale nella vita, rinuncerò a tutto. Inseguirò una voce, un sogno.

Lei mi guardò, e come un filo s'erba steso al vento, fece passare su di se il vento che trascinava la mia vita, se ne andò. Prima di andarsene però, mi sorrise e mi disse:

Buon cammino, così dolce come la parola "home", casa, io ti aspetterò. Da qui riparte il tuo viaggio, riparte il mio attenderti. Anche se non ci siamo mai conosciuti, ti ho sempre aspettato.



Sante 2010

Nessun commento:

Posta un commento